Non fa mai piacere dare brutte notizie. A maggior ragione se riguardano il proprio lavoro. Però bisogna farlo e quindi scelgo la via più diretta: il romanzo “Le nebbie di Massaua”, quarto episodio del ciclo coloniale del maggiore Morosini, non esce più...
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"Leggere in futuro. Rapporto sull'editoria per ragazzi 2013": disponibile l'ebook a cura dell'AIE Più di una semplice fotografia del settore dell'editoria per ragazzi. E' disponibile l'ebook "Leggere in futuro...
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PERCHÉ TI OCCUPI SOLO DEI PRECARI. Alla fine hanno dato voce all'accusa. Lo fa un amico (senza virgolette) e gliene sono grato: "Tu ti occupi solo dei precari e dei free lance...
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FICCYNE E EDITORIA A PAGAMENTO Sono su Efp da non so più quanti anni e ho perso il conto delle volte che ho letto di autrici che pubblicavano un libro (a pagamento, nel 90% dei casi) e posso essere cattiva e dire quanto lo trovo ridicolo? Soprattutto vista la questione editoria a pagamento, ho visto pubblicare libri gente che meritava a mio modesto parere di vendere torrone alle bancarelle per l'abilità scrittoria, e boh...
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News on the road:Su Repubblica di oggi articolo di Scott Turow che lamenta la crisi degli scrittori annunciando che la corte suprema USA ha autorizzato l'importazione di opere di autori americane dall'esytero in edizione economica...
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9 maggio, terza giornata formativa gratuita per gli associati uspi 08/04/2013 Dopo le recenti "Giornate Formative" tenutesi il 23 gennaio (sul tema degli "interventi negli stati di crisi") e il 7 marzo (in collaborazione con GOOGLE, dedicata allo sviluppo dell'editoria online), l'USPI, con la collaborazione della FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana, sindacato nazionale unitario dei giornalisti italiani), ha organizzato un nuovo incontro nell'ambito delle stesse "Giornate Formative" gratuite per gli associati USPI...
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9 maggio, terza giornata formativa gratuita per gli associati uspi 08/04/2013 Dopo le recenti "Giornate Formative" tenutesi il 23 gennaio (sul tema degli "interventi negli stati di crisi") e il 7 marzo (in collaborazione con GOOGLE, dedicata allo sviluppo dell'editoria online), l'USPI, con la collaborazione della FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana, sindacato nazionale unitario dei giornalisti italiani), ha organizzato un nuovo incontro nell'ambito delle stesse "Giornate Formative" gratuite per gli associati USPI...
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Appena finito il seminario sul giornalismo nell'era del web 2.0. Molti spunti interessanti e l'editoria ormai in coma.
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ma perchè i seguaci del partito politico Movimento 5 Stelle si lamentano di Silvio quando hanno alla spalle uno come Casaleggio? perchè si lamentano di Silvio quando nel programma politico portato alle elezioni avevano tra i punti l'esclusione di enti pubblici e banche dell'editoria? perchè si lamentano di Silvio e del PDL ma si comportano come i classici "berlusconiani" (mente chiusa e leader addiction)? perchè non capiscono che stanno rivoluzionando il nulla (i suicidi per crisi, le ganasce fiscali imposte dallo stato ecc. sono sempre lì)? e soprattutto: si sono resi conto che se non avessero seguito Grillo, avrebbe vinto come ogni volta o destra o sinistra e per lo meno AVREMMO QUALCUNO A CUI DARE LA COLPA E DA CUI PRETENDERE SOLUZIONI (invece di questa situazione di stallo assurda, dove non è colpa di nessuno mentre l'Italia si fotte con noi dentro)? sul serio, non si rendono di conto di fare il gioco mondialista delle grandi banche che ormai possiedono l'Europa e il debito degli stati?
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Sono lieta di comunicare che da oggi, giovedì 4 aprile 2013, la sottoscritta è entrata a far parte dello staff della casa editrice
Le Aziende italiane continuano a chiudere a cessare l'attività perché lo Stato nn sta facendo un cazzo x aiutarle! Poi ci sono quelle un po' più sgamate che chiudono e si trasferiscono altrove, anche in Svizzera be' ...
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Ho visto che alcuni senatori del PD hanno depositato una proposta di legge per l'abolizione del rimborso elettorale ai partiti. Io penso che sia un grave errore: riduciamo, rimoduliamo e vincoliamo i fondi a controlli stringentissimi, come del resto propone da tempo il PD, ma penso che i cittadini avrebbero più danno da una politica finanziata permanentemente da speculatori e grandi aziende rispetto a pagare qualche caffe a testa ogni anno per mantenere un sistema di finanziamento trasparente che garantisce libertà. In Italia con la crisi che c'è e per cultura politica il finanziamento da parte di piccoli donatori non sembra in grado di sostituire completamente il sistema attuale, basta vedere ad esempio a quanto ammonta il finanziamento dei "piccoli" nella Fondazione Big Bang di Renzi...
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quindi: il 4 aprile la San Paolo inaugura un nuovo settimanale, il 6 aprile esce la nuova edizione della Civiltà Cattolica... chi parlava di crisi dell'editoria religiosa?
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Cari lettori, Che dire? Molti di voi hanno ragione. FaceBook è per noi un campo nuovo e ancora non sono pochi gli errori che facciamo, e altri probabilmente ne faremo ancora. Abbiamo letto con attenzione le vostre reazioni e ci hanno aiutato a riflettere...
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Gianni Riotta: il web non è paradiso nè inferno "Internet non e' ne' paradiso ne' inferno. E' il nostro specchio". Cosi' Gianni Riotta sintentizza all'Adnkronos la conclusione alla quale giunge il suo ultimo libro, "Il web ci rende liberi?", che esce oggi per la collana di saggistica di Einaudi...
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Clément Lévy, il mio telefono è praticamente fuori uso, parrebbe... ti presento, qui, Antonio Russo De Vivo (che sta leggendo Volodine). E Chase Insteadman Mountbatten, inventore di una disciplina che forse può interessare a te e a Giulio Iacoli
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Se l'Italia è senza governo (in realtà è in carica il governo Monti) ha però un Parlamento che può già operare per cambiare il Paese. Non è necessario un governo per una nuova legge elettorale o per avviare misure urgenti per le pmi o per i tagli delle Province. Si può fare così: http://goo...
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L'Unità è in rosso per circa 3,5 milioni di euro. Ha subito una perdita di 4,3 milioni del 2011. Lo stesso anno ha ricevuto 3,709 milioni di euro di contributi pubblici, 5,267 milioni di euro per l'anno 2010...
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nel pubblico dominio dal 10 Aprile 2013 alle ore 19 e 40
Nei giorni scorsi, a Palazzo Giustiniani a Roma, nella sede di rappresentanza del senato, si è tenuto il convegno su Carta e Web, promosso dall'intera filiera industriale della carta: imballatori, produttori, stampatori, editori, grafici.
Una vera messa di requiem per il sistema della comunicazione tradizionale. I dati parlano di un calo nell'uso della carta per circa un milioni e messo di tonnellate, diciamo + del 10 % in 3 anni.
Qualcosa di più di una congiuntura, per quanto straordinariamente negativa. Siamo ad un cambio radicale di paradigma.
Per assumere la metafora di Ivan Illich nel suo straordinario libro La Vigna del Testo del 1993, possiamo dire che siamo ad un'inversione di marcia. Il pendolo della storia, dopo essere passato dalla pergamena al libro, sancendo il trionfo della lettura e, dunque, della scrittura individuale, silenziosa, separata e psicologica, tipica del format del libro, torna ad una cultura comunitaria, complessa, animata e trasparente. Torniamo alla pergamena. Cioè ad un format gridato, condiviso, volatile. Per 5 secoli, dalla fine del 15° secolo, il pensiero umano, almeno in occidente, per manifestarsi e prendere forma compiuta doveva incontrare nel suo divenire la carta, dove si dispiegava sotto forma di esposizione, oggi lo stesso pensiero per essere, cioè per manifestarsi e trasmettersi da uno all'altro, inevitabilmente, come spiega Lev Manovich nel suo saggio Software Culture, deve incontrare un algoritmo. Senza algoritmo oggi non si pensa, e non si comunica, e, dunque, non si trasmette e diffonde il pensiero.
La crisi della stampa e delle Tv generaliste, e, più complessivamente, dell'editoria tradizionale ci dice questo: cambia sostanzialmente il modo di esprimersi e di estendersi del sapere.
Cambia nelle forme, con la transizione dagli atomi dei giornali e dei televisori, ai bit del web e degli algoritmi. Cambia nei contenuti, con linguaggi e algoritmi espressivi complessi, multimediali, audiovisivi. E, di conseguenza, cambia il modo di produrre e di consumare, dalle forme di massa a quelle di nicchia della lunga coda. Questa è la formula che spiega il grande mutamento che ci ha investito da almeno un decennio.
Consultare le tabelle commerciali delle aziende di carta non fa che confermare il trend: ognuno che muove è un cittadino della stampa, ognuno che nasce è un protagonista del web.
In questa forbice bisogna ritrovare modo di ridefinire valori, diritti, regole e gerarchie.Il web non è l'eden ma un luogo di conflitti.
Gli accordi che editori e autori stanno cercando di imporre ai grandi provider della rete, come Google o Facebook, sembrano ancora lontano da questa consapevolezza. Non si tratta di usare Google come una cassa per il mezzogiorno che risarcisce chi viene colpito dal progresso ma si devono spingere i grandi dominatori della rete a riconoscere diritti civili alla comunità. Come ad esempio il diritto all'uso reciproco.
Google usa le notizie dei giornali per le sue selezioni ma deve autorizzare individui e comunità ad usare la potenza di google per i nuovi servizi digitali. Questo è un punto ancora oscuro. Rischiamo di monetizzare valori indisponibili. Come rischiamo di affidare brand della rete l'elaborazione dei nuovi codici culturali: del modo in cui si scrive e si legge sul web. Il libro che vi presentiamo in apertura di questa nuova edizione di mediasenzamediatori.org, ossia Volevamo La luna, oltre che raccontare un tornante critico del rapporto fra politica ed innovazione in Italia, quale quello degli anni 62/64 e del modo in cui quella crisi arriva fino a noi, ci propone anche un nuovo modo di organizzare il sapere. La riproposizione della carta come piattaforma competitiva, che con l'uso dei QR code diventa anche un supporto multimediale indica una strada possibile. Filmati e foto resi visibili sulla carta mentre si legge.Una sfida che muta sia il modello espressivo dell'autore,che i profili professionali dell'intera filiera industriale: dall'editore, al grafico, allo stampatore, al libraio. Da questa riflessione vogliamo partire per trovare un modello italiano di cultura digitale: a 500 anni dalla pubblicazione de Il Principe di Machiavelli che diamo che dal nostro paese possa partire una nuova sfida alla governance dell'occidente.
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